Sole e Nuvola

– Buongiorno mondo! – dice il Sole mentre la terra si stiracchia.
Il Sole non vede l’ora che la terra si svegli perchè gli piace stare in compagnia. Poi però tutti hanno qualcosa da fare e nessuno può restare a giocare con lui.
– Non vedo l’ora che arrivino le vacanze estive, allora sì che staranno tutti con me ad abbronzarsi – dice.
Ma oggi è un giorno diverso perchè girando un po’ lo sguardo, Sole si accorge che c’è qualcuno. Si tratta di una candida Nuvola che è arrivata dal mondo dei vapori e gli si è messa a fianco. Da principio, Sole sembra infastidito:
– Ehi! Se ti metti davanti non mi fai vedere niente – si lamenta.
Ma Nuvola non ha affatto intenzione di disturbarlo:
– Oh scusami Sole, ma sai, sono così leggera che basta un soffio di vento per farmi andare di quà e di là. Cercherò di stare attenta.
E così i due fanno amicizia e quella che sembrava una noiosissima giornata si trasforma in una divertente scorrazzata tra amici.
Infatti Sole e Nuvola insieme sono dei gran giocherelloni. Si divertono a nascondersi l’uno dietro l’altro, così il cielo appare prima sereno e subito dopo nuvoloso.
Prendono poi di mira Mino e Tino che cercano di convincere la mamma a farli scendere in giardino.
– No e poi no! mi sono appena affacciata e sta per piovere. In giardino non si può andare – dice la mamma mentre prepara la maionese.
E Mino e Tino col naso all’insù fuori dalla finestra: – Ma no mamma guarda, il cielo adesso è blu!
E così anche zia Cristofora aspetta di stendere il bucato, ma entra ed esce dal terrazzo vedendo ora sole ora nuvole ora sole ora nuvole.
Arriva purtroppo la fine del giorno e la terra si prepara a dormire. Sole e Nuvola tra una risata e l’altra, devono salutarsi.
– Ti troverò domani amica Nuvola?
– Si, penso proprio che mi fermerò qui stanotte
– Che bello, a domani allora!
E la terra si addormenta.
All’alba del giorno dopo, ecco Sole comparire tutto contento:
– Amica Nuvola, amica Nuvola – chiama – Sono tornato e potremo giocare insieme anche oggi.
Ma Nuvola non risponde e non si vede nessuno fino all’orizzonte.
– Oh mi avevi detto che saresti rimasta! – dice deluso Sole e abbassa lo sguardo.
Vede allora Mino e Tino giocare allegramente in giardino. Oggi la mamma non ha proprio potuto dir di no tanto il cielo è blu, ma affacciandosi dice:
– Mi raccomando non andate nelle pozzanghere, altrimenti rientrando, sporcherete tutti i pavimenti di fango.

Eh già, durante la notte è piovuto.
– Un momento! ecco perché non c’è Nuvola – esclama Sole – Stanotte si è trasformata in pioggia! Sapete allora cosa farò? Brillerò più forte così la pioggia caduta nella notte potrà trasformarsi di nuovo in vapore e diventare nuvola. Allora sì che incontrerò di nuovo la mia cara amica. Che bello!
E detto questo, Sole prende a splendere come un fuoco d’artificio mentre un bellissimo arcobaleno viene a fargli compagnia.

I pianeti a scuola

La maestra ha assegnato un bel compito per domani: “Disegna il sistema solare”. Matilde è contenta di passare il pomeriggio a disegnare, poco però le piace copiare da un libro.
Sì, perché lei un sistema solare non l’ha mai visto di persona e quindi le tocca ricopiarlo. Ma con la faccia incollata sul libro di scienze e la matita impugnata come fosse una spada, la mente di Matilde scappa, fugge via veloce e immagina che tutti i pianeti siano gli allievi di una classe spaziale in cui il Sole è la maestra. Di ogni allievo è visibile solo la testa perché il corpo è nascosto dal buio dello spazio.

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Mercurio in prima fila patisce molto il calore e infatti usa enormi quantità di crema solare ad altissima protezione. Al contrario Urano e Nettuno, lontani dal sole, sono tutti e due blu dal freddo. La Terra se la passa meglio di tutti. Né troppo lontana né troppo vicina.
E se però un giorno tutti chiedessero di cambiare posto?
E mentre pensa queste cose, la fantasia di Matilde continua a galoppare nello spazio.

La classe dei pianeti ogni mattina arriva puntuale a lezione e la maestra Sole chiama subito l’appello perché non sopporta i ritardi.
Il più distratto della classe è senz’altro Saturno che passa tutto il tempo a girare con i suoi hula-hoop, invece il più indisciplinato è Giove con la complicità dei suoi amici satelliti. Plutone continua invece a lamentarsi “Sono il più basso della classe e dovrei stare io in prima fila, non riesco nemmeno a vedere la lavagna, uffa! ” ma la maestra Sole continua a dirglielo che cambiare posto non si può proprio.
Venere è la prima della classe, sempre pronta ed è la cocca della maestra mentre Marte, la più permalosa, si morde le dita dall’invidia.

Quando la maestra decide di interrogare, tutti cominciano a tremolare, anche le stelle se la svignano. La più tranquilla, in questi casi, rimane la Terra, anzi quando si interroga lei è contentissima.

La maestra loda sempre la Terra per la sua bravura. Allora gli altri pianeti le chiedono: “Ma come fai Terra a studiare così bene e ad essere tanto brava?”. La Terra svela allora il suo segreto: le basta chiedere aiuto ai tanti scienziati, professori, dottori, primi della classe, che la popolano.

E siccome né il Sole né i pianeti hanno mai visto un suo abitante, chiedono alla Terra di mostrargliene uno. La Terra allora acchiappa il primo col naso all’insù a guardar le nuvole. Si tratta proprio di Matilde che si ritrova in un batter di ciglia e in uno sbadiglio nel bel mezzo del sistema solare.

Tutti i pianeti la scrutano con aria insospettita e per sentire la sua voce le chiedono di cantare. Matilde inizia a cantare l’unica cosa che in quel momento riesce a ricordare. E’ la filastrocca della recita di Natale di due anni prima. Strani effetti la paura!

La maestra Sole prova una profonda tenerezza guardando la piccola Matilde e si rattrista al pensiero che invece sul suo suolo non abiti nessuno. Matilde le spiega che a causa del troppo calore nessun uomo e nessuna donna vi potrebbero sopravvivere così come nessuna pianta crescere e nessun fiume né mare esistere, sempre per il troppo caldo.

La maestra Sole si rattrista così tanto da decidere di spegnersi.
– Mi addormenterò – dice ai pianeti – così che il mio calore diminuirà e potrò ospitare anch’io uomini, donne e bambini, montagne e oceani.

Tutti provano a convincerla di non farlo ma i suoi occhi lentamente si chiudono. Una notte gelida scende allora su tutto il sistema solare e sulla Terra. “Accipicchia che guaio” dice Matilde. Si avvicina alla maestra Sole assopita e le dice:
– Svegliati maestra Sole. Noi abitanti della Terra ti siamo molto riconoscenti per quello che fai. Sei per noi la zia preferita, quella che ci dice sempre sì e ci fa i regali più belli. Tu illumini le nostre giornate e fai sparire i mostri della notte. Quando ci sei tu, fa tanto caldo e dobbiamo mettere maniche corte e pantaloncini e possiamo andare al mare. Fai cantare le cicale e possiamo acchiappare le lucertole perché restano immobili a prendere i tuoi raggi. E fai essiccare i fichi, le prugne, i pomodori che sono così buoni da mangiare. E fai sbocciare le piante della nonna che ne è così orgogliosa che pensa che sia merito suo. E fai tante altre cose che io non so spiegarti perché sono piccola ma se vuoi vado dal mio papà e dalla mia mamma a farmele dire.

La maestra Sole apre gli occhi pieni di lacrime, si illumina in un gran sorriso contenta per le cose belle che fa per gli abitanti della Terra. E poi la parte della zia preferita le piace davvero tanto! E tutti gli altri pianeti della classe decidono di diventare anche loro gli zii degli uomini.
Matilde ne è molto felice ma non fa in tempo a ringraziarli che si ritrova sulla strada verso casa. Corre allora a finire il suo disegno, deve ritoccare un sacco di cose perché quello che vedi con gli occhi della fantasia, ha colori più scintillanti, parole più divertenti, facce strane e se ascolti bene bene, una musica in sottofondo che fa ballare tutti in tondo.